Stagione 2012 - Serale

Ugo Pagliai in Falstaff e le allegre comari di Windsor

Regia di Riccardo Cavallo

La commedia, secondo un’opinione diffusa, fu scritta da Shakespeare in soli 14 giorni, “quasi di getto”, per compiacere un espresso desiderio della sua sovrana. La regina Elisabetta era rimasta a tal punto impressionata dal personaggio di Falstaff nell’Enrico IV da chiedere al bardo di farlo rivivere in’altra opera.

Sir John Falstaff, risorto per ordine regale, ci restituisce così una figura intramontabile dell’Olimpo dei personaggi shakespeariani.

La trama si sviluppa in un doppio filone, quel...
La commedia, secondo un’opinione diffusa, fu scritta da Shakespeare in soli 14 giorni, “quasi di getto”, per compiacere un espresso desiderio della sua sovrana. La regina Elisabetta era rimasta a tal punto impressionata dal personaggio di Falstaff nell’Enrico IV da chiedere al bardo di farlo rivivere in’altra opera.

Sir John Falstaff, risorto per ordine regale, ci restituisce così una figura intramontabile dell’Olimpo dei personaggi shakespeariani.

La trama si sviluppa in un doppio filone, quello di Falstaff, esuberante e simpatico cialtrone perennemente a corto di quattrini, che fa la corte a due ricche signore con l’intento di spillar loro del denaro, e quello della giovane Anna Page, i quali genitori cercano insistentemente di maritare.

Caratteristica principale dell’opera è senz’altro la sua doppia natura. Da un lato fornisce un autentico spaccato della società provinciale inglese, per la sua ambientazione, la sua atmosfera, il muoversi dei personaggi e il loro stesso dialogare (il linguaggio è infatti estremamente colloquiale, più di ogni altra commedia di Shakespeare, ed è ricco di riferimenti a luoghi, persone e usi che dovevano esser familiari ai londinesi del tempo); dall’altra il tema centrale della beffa intorno agli sfortunati tentativi di seduzione del protagonista e quello della gelosia coniugale erano già stati abbondantemente sfruttati dalla novellistica italiana (ritroviamo ad esempio l’episodio della cesta del bucato nella raccolta Il Pecorone di Giovanni Fiorentino, che il bardo terrà ben presente anche per la stesura de Il mercante di Venezia).

Le allegre comari di Windsor si rivela dunque una commedia umida di acqua del Tamigi, ma al contempo odorosa di panni sporchi, di crapula, vino e di quella viziosa e bonaria disonestà tutta boccaccesca. Disonestà che costerà cara a Falstaff non tanto per le beffe delle allegre comari, quanto per la vendetta, inappellabile, di Madre Natura.

La costatazione dell’inglorioso passare del tempo e dell’ineluttabile sopraggiungere della vecchiaia che, pur lasciando intatti i desideri, annienta la forza di realizzarli, gli lascerà null’altro che un ricordo “Quand’ero paggio/ del Duca di Norfolk ero sottile,/ ero un miraggio,/ vago, leggero, gentile, gentile./ Quello era il tempo/ del mio verde Aprile…”
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Cast

Falstaff:
Ugo Pagliai
Doctor Caius:
Gerolamo Alchieri
Signora Ford:
Claudia Balboni
Fenton:
Sebastiano Colla
Signora Page:
Franca D’Amato
Shallow:
Roberto Della Casa
Signor Page:
Nicola D’Eramo
Signor Ford:
Martino Duane
Anna Page:
Valentina Marziali
Servo:
Bruno Monico
Slander:
Stefano Patti
La Quickly:
Paila Pavese
Pistola:
Andrea Pirolli
Bardolfo:
Raffaele Proietti
L’oste:
Alessio Sardelli
Il prete:
Roberto Stocchi

 

Regia:
Riccardo Cavallo
Traduzione e adattamento:
Filippo Ottoni
Maestro movimenti di scena:
Oreste Baldini
Costumi:
Susanna Proietti
Disegno luci:
Umile Vainieri
Disegno audio:
Franco Patimo
Assistenti alla regia:
Mario Schittzer, Elisa Pavolini, Annalisa Biancofiore, Francesca De Berardis
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